Legare le viti
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Bentornata, primavera! E’ tempo di pensare al prossimo raccolto. In questi giorni abbiamo terminato le potature dei nostri vigneti (tutti a pergola) e con esse anche l’operazione di legatura. In passato, quando era autunno avanzato i contadini raccoglievano gli stropari, i rami rossi dei salici che crescevano lungo fossi e corsi d’acqua: i rametti più sottili (stropeini) venivano utilizzati per legare i tralci della vite ai fili di ferro, mentre la stropa, cioè il corpo centrale del ramo, più grosso e flessibile, veniva utilizzata per legare il fusto. La vite infatti è una pianta rampicante, e se non viene addomesticata cresce storta. Legare le viti permette anche di dare ai tralci una certa direzione, assicurando alle piante una distribuzione omogenea della linfa, in direzione di tutti i germogli.
Legare le viti con gli stropeini però è un lavoro faticoso, che richiede moltoi tempo e soprattutto molta manualità, e non tutti riescono a farlo a regola d’arte. Per questo, per semplificare questa operazione e renderla più veloce, la maggior parte dei produttori oggi utilizza appositi strumenti come pinze legatrici e fascette di plastica.
Noi no.
A Contramalini preferiamo continuare a legare le nostre viti manualmente, con i rametti di salici, per diversi motivi: innanzitutto, questo tipo di legatura permette di mantenere fissi i tralci legati - viceversa, la fascetta di plastica, scorrendo più facilmente sul filo di ferro, al primo colpo di vento si allontana dal punto in cui era stata fissata. Inoltre, gli stropeini sono ecologici: dopo un anno cadono a terra o si spezzano con facilità perchè ormai sono secchi, mentre le legature in plastica vanno rotte e poi raccolte (non è un bel vedere lasciarle in giro per il vigneto…!). Terzo motivo, se un tralcio è molto vigoroso e si ingrossa, lo stropeino si adatta ad un diametro maggiore… una fascetta di plastica no. Il risultato è un tralcio che ad un certo punto presenta una strozzatura.
Certo, legare le viti in questo modo, come si faceva una volta, richiede più tempo, e occorre sapere far beneil nodo a mano: però l’ambiente ci guadagna e poi non è difficile, basta un po’ di pratica…