L'anno della Molinara
Nel piccolo gruppo di uve autoctone utilizzate per fare i vini della Valpolicella, la Molinara non è più presente. L’ultimo aggiornamento del disciplinare di produzione (2003) l’ha “degradata” da uva obbligatoria a uva solo “raccomandata”, insieme ad altre uve autorizzate per la Provincia di Verona che possono essere aggiunte nell’uvaggio. Oseleta, Negrara, Croatina, Spigamonti e altre ancora, insieme alla Molinara, sono tutte varietà che possono concorrere in una piccola percentuale a fare i nostri vini rossi
Ma perchè la Molinara è stata gradualmente abbandonata?
Azzardiamo un’ipotesi. Negli anni ‘90 andavano di moda vini molto colorati, strutturati, fruttati, potenti… vini che le nostre uve, da sole, faticavano a darci, perchè nessuna di esse, vanificata in purezza, da’ vini molto scuri. La Molinara addirittura da’ vini rosati. Dato Il suo scarso apporto di sostanze coloranti e di struttura, non era certo di aiuto per fare i vini che il mercato chiedeva in quegli anni, e un po’ alla volta i produttori la usarono sempre di meno. Se poi nel vigneto qualche pianta di Molinara moriva, non veniva rimpiazzata. Con il passare del tempo perciò, la Molinara scomparve dalla maggior parte dei vigneti e oggi sono davvero pochi gli Amarone o gli altri vini Valpolicella che la mettono nell’uvaggio. In genere viene destinata a fare Valpolicella fresco insieme alle altre uve. Considerata una varietà di scarso valore perchè sembra non riuscire a maturare bene, mostrandosi sempre un po’ pallida, la bistrattata Molinara si sta prendendo quest’anno una bella rivincita: il 2021 è il suo anno. Nei nostri vigneti i grappoli hanno un aspetto quasi regale, come raramente li abbiamo visti. Sono scuri come quelli della Corvina, maturi, perfetti. Noi non abbiamo mai abbandonato questa varietà; quest’anno siamo anche più felici di averla sempre voluta in tutti i nostri vini della linea “I Classici” e in molti della linea “Le Piere del Baldo”.