Dentro il fruttaio: meglio il legno o la plastica?

Un bellissimo grappolo di Molinara disteso sull’arela

Un bellissimo grappolo di Molinara disteso sull’arela

Dopo la raccolta delle uve dai vigneti a Balconi di Pescantina, in questi giorni la vendemmia continua sulla collina di Marano. Raccogliamo e portiamo in cantina, dove disponiamo con molta attenzione e la massima cura i grappoli migliori. Il 2021 finora si presenta come un’ottima annata: le uve sono sane, belle, mature. Poi toccherà all’antichissima tecnica dell’appassimento compiere quella magia che rende i nostri vini rossi così speciali e unici al mondo. Perchè l’appassimento è come una seconda maturazione, dove anche la scelta dei materiali ha la sua importanza. Per cominciare: plastica o legno? Se in queste settimane visiterete qualche fruttaio (e potreste farlo almeno fino a gennaio), vi accorgerete che ogni cantina ha la sua formula per appassire le uve nel migliore dei modi. Noi da sempre utilizziamo i tradizionali graticci, dove possiamo distendere i grappoli uno alla volta e controllare come stanno già al primo sguardo ogni volta che vogliamo. Insieme alle arele in canne di bambù utilizziamo anche le cassettine di legno. Certo, quelle di plastica possono sembrare più comode (sono più leggere, quasi infrangibili, facili da impilare, facili da pulire…), ma quelle di legno hanno una serie di vantaggi in termini di sostenibilità ai quali non riusciamo a rinunciare.

Prima di tutto, se - nonostante tutta la nostra attenzione - qualche acino si rompe, o c’è qualche accidentale fuoriuscita di succo, in una cassetta di legno viene prontamente assorbito: in una cassetta di plastica no, le gocce di succo cadono a terra perché la plastica non assorbe nulla. Inoltre, le cassette di legno non hanno bisogno di essere lavate a fondo come si fa con quelle di plastica: una volta che l’uva appassita è stata portata in cantina per essere pigiata, questi contenitori restano vuoti per almeno otto mesi, e le alte temperature dell’estate (30-35 gradi C) impediscono lo sviluppo di qualsiasi spora o muffa. Infine, le cassette di legno sono del tutto biodegradabili: quando si rompono e diventano inservibili, possono finire tranquillamente nella stufa o nel camino. Viceversa, una cassetta di plastica deformata, rotta o non più utilizzabile deve essere portata in discarica, e dovrà essere smaltita separatamente.