La nostra terra ha una storia antica
Quella di Marano è una piccola conca con una storia geologica molto interessante e varia, che la distingue dal resto della Valpolicella. Quando si cammina in mezzo alle vigne, è interessante guardare a terra e cercare di capire quanto può essere antico il suolo, e quale può essere la sua origine. I geologi ci dicono che alla fine del Mesozoico (detta anche Era Secondaria, o dei Rettili: il periodo dei dinosauri, insomma) e fino a metà dell’era successiva, il Cenozoico (noto anche come Era dei Mammiferi e degli Uccelli) la nostra valle ha vissuto una intensa attività vulcanica. Difficile adesso immaginarsi un vulcano che erutta e fa tremare la terra, vero? Però decine di milioni di anni fa successe proprio questo. Ne abbiamo la prova sia dalla composizione dei terreni sia dalla particolare forma del Monte Castelon, dove sorge S.Maria Valverde: le formazioni rocciose più antiche di questo Monte si formarono 100 milioni di anni fa, e sono i calcari marnosi del Cretaceo Superiore, seguiti, una quarantina di milioni di anni dopo, dai più diffusi calcari dell’era Terziaria (Eocene). Tutti questi calcari si sono formati dalla sedimentazione dei detriti in gran parte organici (spoglie di molluschi, pesci, conchiglie…) che si accumularono sul fondo del cospetto mare della Tetide, di cui la regione Veneto costituiva una porzione. Nell’Eocene i fenomeni vulcanici diventarono sempre più frequenti e violenti: durante questo periodo si susseguirono due fasi sedimentarie calcareo-argillose, che si alternavano ogni tanto con la deposizione di materiali vulcanici. In questo modo si formarono quei tufi e basalti che ancora oggi caratterizzano i terreni di Marano. A metà dell’era Terziaria questi fenomeni si esaurirono e successe qualcosa che cambiò per sempre il paesaggio di Marano: dopo molte decine di milioni di anni, il fondale marino si sollevò e uscì dalle acque.
Era nata la vallata di Marano come la conosciamo oggi, e su questi suoli così antichi noi coltiviamo le nostre uve.