Vino e acqua
Nel post precedente abbiamo parlato del tema della proposta di mettere dell’acqua nel vino per abbassare il grado alcolico: la pratica è attualmente vietata nella maggior parte dei Paesi UE, tra cui l’Italia, ma in alcuni casi è ammessa in altre nazioni, soprattutto del Nuovo Mondo.
In quei Paesi l'aggiunta di acqua al vino viene fatta generalmente prima (o durante) la fermentazione del mosto, oppure dopo la fermentazione, prima dell'imbottigliamento. Nel primo caso, l'acqua viene aggiunta direttamente al mosto per diluirlo ed evitare un eccessivo grado alcolico nel prodotto finale. Nel secondo caso, l'acqua viene aggiunta dopo la fermentazione. Gli effetti di questa operazione sul vino finale possono essere più o meno positivi, a seconda della quantità aggiunta e del tipo di vino prodotto. Come si sa, l’acqua diluisce gli aromi e gli altri elementi del vino: se ne viene aggiunta troppa, il vino risulterà piatto e insipido. Inoltre, va considerata anche la qualità dell’acqua stessa: qualsiasi sale o elemento naturale che vi sia disciolto infatti, può interferire con il lavoro dei lieviti. Anche se annacquare un po’ il vino potrebbe aiutare ad abbassarne il grado alcolico, noi restiamo del parere che un prodotto così non potrebbe più chiamarsi vino, ma al massimo bevanda al gusto di vino, come infatti già succede in molti casi.
Il vino è l’espressione di un territorio, delle sue vigne, dell’annata: non può venire alterato solo perchè ci sono persone che vorrebbero berne in quantità senza preoccuparsi degli effetti dell’alcol. Oppure perchè molte persone non possono bere bevande alcoliche per motivi religiosi.
A noi piace bere il vino così com’è, e se vogliamo semplicemente toglierci la sete, specialmente se è estate e fa caldo… possiamo sempre spruzzare un po’ d’acqua molto fresca nel nostro bicchiere di vino.