Legare le viti con i stropei (2 parte)
Per legare le viti, i nostri nonni utilizzavano i stropei, i laccetti del salice selvatico, perchè a quel tempo non c’erano altri materiali adatti. Oggi invece molti produttori trovano molto più facile ed economico usare laccetti in plastica per fare questa operazione. I più coscienziosi, quando li tolgono, li raccolgono e li smaltiscono a parte, ma molti purtroppo li lasciano per terra, perchè tagliarli dopo un anno non è sempre facile, e spesso per toglierli completamente occorre farli a pezzetti.
Tutto questo non succede con i stropei. Legare le viti con questi laccetti in salice ha molti vantaggi, rispetto alla plastica. Innanzitutto, il salice è un legno flessibile: una volta legato intorno al tralcio, si adatta al suo diametro. Quando a primavera la linfa ricomincia a scorrere, il tralcio un po’ s’ingrossa, e il laccetto lo asseconda: non lo stringe, non gli blocca la circolazione. Così non si formano quelle strozzature che invece a volte si notano su tralci legati con la plastica, che è rigida e non si adatta alla naturale crescita della pianta.
E’ vero, per legare le viti con i stropei serve un po’ di manualità: ma una volta fissati al filo di ferro i stropei non si muovono più. Non importa quanto forte il vento possa soffiare: i stropei restano fermi dove li abbiamo messi. Viceversa, se il vento comincia a rinforzare, i laccetti in plastica facilmente scivolano lungo il filo avanti o indietro dal loro posto.
Infine, quando si tratta di tagliarli, dopo un anno, basta uno strappo con la mano e i laccetti in salice, ormai secchi, si spezzano e cadono a terra: non così quelli in plastica, che fanno più resistenza. Per toglierli del tutto spesso occorre usare le forbici anche più volte.
Ecco perchè a Contramalini continuiamo a legare le viti con i stropei : perchè in questo modo sentiamo di essere più rispettosi dell’ambiente e al tempo stesso aiutiamo le nostre viti a crescere sane e bene, in modo che, compatibilmente con l’annata, ogni anno possano darci i frutti migliori.