Potatura verde

prima della potura verde.jpeg

In questi giorni abbiamo iniziato la potatura verde nei nostri vigneti, una serie di operazioni che possono evitarci molti problemi: problemi di  scarsa produzione, di malattie, e anche di raccolta, se il filare presenta foglie troppo fitte e ammassate. 

I vantaggi della potatura verde sono molti, ed è importante farla, perchè se la chioma non è troppo fitta il passaggio dell’aria impedisce i ristagni di umidità e permette un’asciugatura più rapida delle piante. Così si evitano anche l’attacco di malattie fungine come peronospora e botrite. Togliendo i tralci che non sono produttivi, tutta l’energia della pianta è concentrata sui futuri grappoli, che in questo modo avranno una maggior concentrazione di zuccheri, polifenoli e antociani. Anche la vendemmia sarà più facile: infatti se si raccoglie in mezzo ad un muro verde di foglie e tralci, i grappoli rischiano di incastrarsi, e nel tentativo di liberarli qualche acino si stacca sempre. Tutto diventa tutto più difficile e lento.

Per questo nella potatura verde si tagliano tutti i tralci che sono all’esterno dell’ultimo filo di ferro e che cadono verso il basso. Questo facilita l’entrata del sole e i trattamenti, quando si fanno. L’operazione è eseguita rigorosamente a mano: si taglia dopo circa 2 gemme dopo l’ultimo grappolo, così anche se il tralcio si dissecca un po’, il grappolo non ne soffrirà. Allo stesso tempo facciamo anche la legatura dei grappoli che tendono verso il basso. Questo ci evita di sbatterci la testa quando facciamo i trattamenti, e impedisce strozzature del tralcio determinate dal grappolo quando matura, che altrimenti limiterebbe il passaggio della linfa proprio nel momento finale della maturazione.

Una potatura verde fatta bene è fondamentale per la qualità e la sanità dell’uva: si diminuiscono i rischi di malattie, e quindi la necessità di trattamenti. 

Una curiosità: sapete che i tralci più giovani e le foglie di vite sono commestibili? In Grecia le usano per preparare i  Dolmades, dei particolari involtini di riso racchiusi in foglie di vite cotte in acqua.