Sua Maestà la Corvina Veronese
La Corvina Veronese è senza dubbio la regina delle nostre uve rosse. In genere il suo nome si riferisce al colore molto scuro dei suoi acini - come le piume di un corvo, appunto -, ma qualcuno pensa che possa venire anche dall’italianizzazione di una parola del nostro dialetto: cruina, cioè crua, cruda. Questo perché la Corvina sarebbe una “varietà di terza epoca”, un’uva che fiorisce in tarda primavera e matura verso l’autunno, e che quindi spesso si presenta non perfettamente matura.
In passato era sicuramente così, infatti le vendemmie si facevano a ottobre, ma in questi anni di cambiamenti climatici le cose sono diverse, e capita spesso di dover anticipare la raccolta a metà settembre (quando non prima) perché ormai le uve sono pronte. Secondo gli storici, la Corvina sarebbe il famoso vitigno Acinatico, che già nel Medioevo veniva usato per produrre Recioto. E’ una varietà originaria della Valpolicella, e ha molte “sorelle”, o forse “cugine”: la Dindarella, l’Oseleta, la Rondinella e perfino la bianca Garganega sono tutte uve che appartengono alla sua famiglia… Non solo: secondo gli studiosi di genetica viticola, la Corvina sarebbe imparentata anche con il Refosco dal peduncolo rosso e con il Marzemino. Come si comporta nei nostri vigneti? Anche se ha una buona resistenza al freddo, è un’uva comunque delicata, che soffre la sete: per questo nei giorni più caldi, nei nostri vigneti di Balconi di Pescantina dobbiamo rinfrescarla con qualche spruzzata di irrigazione di soccorso. Nei nostri vini, la Corvina è sempre presente, fresca o appassita: il suo grappolo abbastanza spargolo e la buccia resistente la rendono infatti l’uva ideale per fare vini d’appassimento, come l’Amarone e il Recioto.